Ieri, 21 agosto, ne ricorrevano i 150 anni dalla nascita. Darwin Pastorin ha dedicato un articolo a Capitan Salgàri, il padre degli eroi.
Grazie a Emilio Salgàri, Sandokan e il Corsaro Nero hanno cominciato a solcare i mari, da Mompracem a Maracaibo, dal mare della Malesia al Golfo dei Caraibi.
Faccio mucchietti e mucchiettini, divido, separo, sparpaglio sul letto e ricompongo in labirintiche categorie logiche e/o emotive e/o totalmente inattendibili e/o granitiche come il lancio di una monetina. Imbusto in trasparenza, accalappio con graffette, impigno, appallottolo e getto per terra, accatasto, questosìquellono... anzi no il contrario. All’inizio fu un solo angolo di un ripiano, poi
inevitabilmente si è tramutato nel solito cartaclisma. Ma vado per ordine,
almeno qua.
In una grande città, il dì di ferragosto ha sullo spirito un
effetto di spurgo. Offre, il dì di ferragosto, l’opportunità di sgravarsi di
ciò che è frastuono e confusione.
Più che offrire tale strumento, il ferragosto lo impone.
Afferra il fardello di tanta superfluità accumulata, togliendocelo di dosso,
sgravandocene. Ci ripulisce, il dì di ferragosto, della presenza superflua, sia
essa organica o inorganica. Il dì di ferragosto, come una gigantesca, saggia
scopa di saggina, spazza via, sotto un cielo di sole, la polvere e le briciole di
ciò che pensavamo servisse, invece non serve. Nel dì di ferragosto, il sole
asciuga e alleggerisce gli stracci dell’esistenza. Almeno oggi, tornano a
essere leggeri, vibranti al vento. È essa leggerezza che, chi vuole, può
provare a cogliere, librandosi su correnti ascensionali, su ali di condor.
Il dì di ferragosto spazza via il frastuono, la confusione, l’ipercinetica
isteria, l’untuosa ilarità, la ridondanza di parole marcite all’umido nelle
pieghe di vite altrimenti ammuffite.
“Senza intraprendere un'impervia discussione sui limiti alla
revisione costituzionale, ciò che appare di palmare evidenza è che difendere le
garanzie costituzionali (compito
pregevole), è ben diverso, invece, dall'opporsi a modifiche del testo
costituzionale finalizzate ad estendere
quelle garanzie. La Costituzione la puoi cambiare se vuoi ampliarne i
diritti.” [Il Democritico]
Leggendo questo post del Democritico, non soltanto ho
puntualmente trovato considerazioni ben argomentate; mi sono anche imbattuto in
due termini, uno retorico che avevo bisogno di rispolverare e puntellare, l’altro
una novità filosofica: calembour e apodittico.
Come doviziosamente preannunciato, sono stato a Monte di Procida, in quel dei Campi Flegrei, per il matrimonio di Onda.
Sbrigate le stantie formalità ecclesiastiche, con formule rituali di solenne eternità e dichiarazioni d'amore intramontabile - al punto che uno si domanda come mai poi tanta gente divorzi in sfregio all'armonia del Creato e al legaccio di Pietro - siamo passati alla parte per me spiritualmente più toccante: la cena.