sabato 30 luglio 2011

Gaspare! Segni particolari: grizzly

Ha fatto la sua comparsa in Valtellina, a Sondrio per l’esattezza, sulla riva del torrente Mallero.
Così vuole la cronaca della nostra giornalista inviata sul posto.
E questa è la storia che racconta i fatti altrui.
Ma a Gaspare - perché Gaspare si chiama questo magnifico essere - a Gaspare la storia sta stretta.
Se avesse voluto stare nella storia, ora sarebbe un gabbiano che brama gli scarti del pescato dalla rete di un peschereccio. Mischiato ad altri suoi simili, primeggiando al più nel mendicare.

No, Gaspare è nato per creare la sua storia, e chiunque riesce a farlo si ammanta di leggenda.

Gaspare è un reale della sua specie, perché è coraggioso nel cuore.
Fino all’altro ieri stava sul margine del torrente, e oggi già si avventura tra i sassi affioranti in mezzo al corso d’acqua, quasi sprezzante nella sua disinvoltura.

Oh, Gaspare è nato gabbiano, ma ha il cuore di un’aquila, l’animo di un condor.
Gaspare vuole la montagna! E alla montagna è arrivato.
Non gli interessa il piattume del mare, egli vuole l’asperità che forgia lo spirito, le altitudini dove dimora il Divino.

Se guardi Gaspare in mezzo al torrente, come diventa misero e ridicolo quel Jonathan Livingstone che si arrabatta una vita intera per volare più alto degli altri gabbiani.
A Gaspare nulla importa essere il primo dei suoi.
Gaspare non vuole regnare in uno stormo, non gli basta la pozza del mare.

Gaspare vuole diventare il signore delle creature dell’Alpe.
Quanto banale la pubblicità della Red Bull, col tale che svolazza sopra un uccello per ricambiarlo della schittata in testa!
Ahahah! Miseri e sconfitti! Questo è il vostro destino inciso nel libro del Fato da quando Gaspare ha spaccato il guscio di ogni convenzione, alla prima fiera beccata che dall’uovo l’ha consegnato al suo destino.

Gaspare imparerà a pescare trote e salmoni, con una maestria da fare impallidire un grizzly.
Poi, per puro diletto, si librerà a dominare gli alti picchi, giocherà con le aquile e inevitabilmente saprà primeggiare.

Gaspare ha già preso possesso di un Oceano chiamato Catena delle Alpi.
Da lì ricoprirà di guano e vergogna i luridi omuncoli che vogliono deturpare la bellezza della Valmalenco per piegarla alla volgarità dello sfruttamento economico.

Gaspare darà speranza a tutta la vallata, perché se un gabbiano ha l’animo di inerpicarsi fino alle alpi per il piacere di odorare la resina di bosco, chi dei Malenchi avrà così poco senso della vergogna per non difendere ogni ciuffo d’erba, ogni stella alpina della bellezza nella quale sono nati?!
Chi? Perdio? Chi è così vigliacco agli occhi di Gaspare?
Quale codardo oserà condividere la stessa valle con un cuore nobile?

Gaspare si inerpicherà come un agile stambecco e la notte i lupi staranno acquattati nelle tane.

Perché gli ululati disturbano il sonno di Gaspare.

La notte, si sa, è destinata al riposo degli eroi.
Anche le leggende, al chiaro di luna, si concedono al piacere del sogno.

Un sogno nel quale il presente non ha bisogno di radici per arpionare il futuro.

Gli è bastato un lieve battito d'ali.

K.

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